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Parte diUniversità degli Studi di Torino
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Parte diUniversità degli Studi di Torino
Association Internationale des Étudiants en Sciences Économiques et Commerciales - A.I.E.S.E.C.
Nucleo esiguo di corrispondenza del Comitato piemontese dell'AIESEC in entrata e in uscita. La documentazione conservata riguarda in particolare la richiesta, reiterata negli anni, di agevolazioni e sconti per attività sportive e culturali in favore degli studenti stranieri selezionati per un soggiorno di studio e di tirocinio a Torino, inviate al Comune e al Museo Civico. Altre carte sono relative all'attività interna del Comitato: richieste di bilanci, informazioni e statistiche da parte di altri comitati AIESEC in Italia, invio agli studenti delle istruzioni per la redazione della relazione finale di tirocinio.
Si segnalano l'invito alla conferenza introduttiva di Federico Maria Pacces, professore ordinario presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Torino, tenuta a Torino il 13 aprile 1959 nell’ambito dell’Italian Study Tour 1959, e una lettera di accoglienza della società Chrysler del 1963 indirizzata allo studente selezionato per uno stage.
L’analisi della documentazione ha consentito di riconoscere un corpus principale di carte relativo all’iter di selezione degli studenti per esperienze lavorative e di studio all’estero – attività principale dell’associazione – nell’arco di tre anni accademici (1956-57, 1957-58, 1959-60). Sono stati individuati, per la restante documentazione, due nuclei residuali, ascrivibili all’organizzazione degli stages e all’auto-promozione di alcune aziende ed enti ospitanti.
«Schede d’iscrizione allo stage» presentate dagli studenti e dalle studentesse della Facoltà di Economia e Commercio negli anni accademici 1956-57, 1957-58, 1959-60.
Elenco dei candidati: Lucia Alesso, Daniele Michele Amedeo, Pier Carlo Antonioletti, Alberto Badini Confalonieri, Pasquale Baudino, Ugo Bellini (f.), Paola Berardo, Corrado Bertolotto, Francesco Bianco, Ezio Boero (f.), Milena Boni, Eraldo Bottino, Primo Boveri, Luigi Bramafarina (f.), Ruggero Brezza, Guglielmo Carchedi, Carlo A. Casiraghi, Piero Castelli, Onorato Castellino, Giorgio Cavalcaselle, Giancarlo Cavalli, Luigi Cavana, Enrico Celebrano, Francesca Centanino, Pierluigi Cerrato, Pietro Civallero, Alberto Conti, Emilio Cornagliotti, Sergio Corrado, Elio Cresta (f.), Roberto Cristina (?), Roberto Dall'Aste Brandolini, Stefano Daziano (f.), Giorgio De Stasio (f.), Guglielmina Della Gatta, Armando Dell'Utri, Ettore Durbiano, Giancarlo Durelli, Luigi Ferma, Pier Luigi Ferraris, Andrea Franzo, Roberto Furbatto, Luigi Galetto, Bruno Gallino, Sergio Gallo (f.), Attilio Gandino, Giampiero Garella (f.), Gianfranco Gatti, Alfredo Giacometto, Giovanni Giacone, Mario Giacone-Griva, Filiberto Goria, Maurizio Gravela, Adriano Guallini (f.), Roberto Guermani, Luigi Guerra (f.), Mario Lanfranco, Gino Lusso, Vittorio Mamoli, Luigi Marini, Maria Teresa Martin, Roberto Mazzocco (f.), Luigi Moho (?), Veniero Molari, Giorgio Nicola, Walter Nicolotti, Giorgio Palazzetti, Sergio Palumbo, Vittorio Pasteris, Luciano Pernigotti, Domenico Perotti, Giovanni Piccu, Pier Angelo Prandi, Gian Carlo Ragazzoni, Andrea Remmert, Piero Ricuperati, Guido Robino, Cesare Rocco-Viscontini (f.), Agostino Ropolo, Guglielmo Ropolo, Giuseppe Rovero (f.), Giorgio Roz, Ezio Giuseppe Rozzi (f.), Gian Riccardo Ruffini (f.), Giuseppe Ruffino, Lia Sartori, Roberto Scala, Giuseppe Scifo (f.), Salvatore Simonetta, Franco Almerigo Speziali, Luigi Stella (f.), Davide Stoppino, Federico Tappa, Italo Tronca, Remigio Vercelli, Guido Vitale, Giacinto Zambino (?) (f.).
Nucleo residuale di documentazione relativa all'organizzazione di tirocini e soggiorni studio all'estero.
Domande di candidatura e fasi di selezione per tirocini all'estero
Materiale pubblicitario e promozionale
Volantini e dépliants inviati da aziende ed enti a fini di promozione e presentazione, nell'ambito delle offerte di tirocini ed esperienze lavorative in Italia e all'estero.
Processo di selezione per l'estate 1960
Carte relative al processo di selezione dei tirocinanti per l’anno accademico 1959-60: esami sostenuti e voti ottenuti (nel caso delle matricole erano presi in considerazione le valutazioni conseguite nell’ultimo anno di studi superiori); giudizi sulle competenze linguistiche (inglese e francese); assegnazione degli studenti idonei alle aziende. È presente inoltre un elenco degli stages, suddivisi per nazioni ospitanti, attivati dal Comitato piemontese per l’estate 1960.
Relazioni e pubblicazioni prodotte dal Comitato internazionale e dal Comitato nazionale italiano dell'associazione.
Materiale raccolto ai fini di autodocumentazione sulle attività dell'associazione.
Documenti manoscritti e a stampa, tesi di laurea, volumi di pregio, incisioni, manifesti, documentazione fotografica, quadri e cimeli, per lo più riguardanti la storia dell'Università, dei suoi studenti, dei suoi docenti, dal secondo Cinquecento ai primi anni Duemila. Una biblioteca di circa 500 volumi, su tematiche affini alla collezione, completa la raccolta.
La collezione “Marco Albera” è riconducibile a due macroaree: la prima comprende materiali strettamente legati alla vita istituzionale, quali un’ampia raccolta di legislazione relativa all'istruzione, diplomi e tesi di licenza, laurea e aggregazione dell’Università e della Scuola d’Applicazione per gli Ingegneri di Torino, componimenti poetici e orazioni ufficiali; la seconda raccoglie una ricca documentazione sulle organizzazioni studentesche e goliardiche, riviste e numeri unici, copioni e spartiti musicali, inviti e manifesti di veglioni e spettacoli, nonché un nucleo di distintivi e di feluche.
Agitazioni e iniziative politiche studentesche
Parte diCollezione "Marco Albera"
Sono qui descritti materiali eterogenei che si è ritenuto di poter raggruppare entro la categoria delle agitazioni e dell'iniziativa politica del corpo studentesco o di sue componenti tra XVIII e XX secolo, per lo più entro l'Università di Torino.
Parte diCollezione "Marco Albera"
Le agitazioni del 1791 scoppiarono a seguito dell'arresto di Giuseppe Parena, studente di Chirurgia apprendista presso il chirurgo Verna. Il ragazzo aveva schiaffeggiato una prostituta, Vittoria Fontana detta "bella Cabassina", dopo che questa lo aveva derubato. Le fonti e la storiografia propongono almeno due ricostruzioni dei fatti: la prima identifica come protettore della donna il sostituto assessore Antonio Zappa, che servendosi delle false accuse del parrucchiere e spia del Vicariato Lorenzo Oddono fece arrestare il giovane. La seconda vede invece come complice della donna solamente Oddono, che tramite una denuncia fraudolenta fece ordinare l’arresto del giovane da parte di Zappa, vittima anch’egli del raggiro. In entrambi i casi era violato il privilegio del foro: a difesa di questa immunità giuridica si levò la violenta sommossa armata degli studenti universitari e del Collegio delle Provincie, spalleggiati dagli artigiani e dai commercianti al minuto, che fu fronteggiata dall'esercito e si placò solamente dopo le pubbliche scuse di Zappa, la sua rimozione dalla carica e l'arresto di Oddono e della prostituta, esposti alla pubblica gogna. Il manoscritto in esame riporta la versione che incrimina Zappa come reo del misfatto, citando i nomi di varie autorità accademiche e della pubblica sicurezza cittadina, ma non quelli dello studente e della donna.
Il 25 marzo 1792 scoppiarono nuovi tumulti: dopo aver solidarizzato l’anno precedente, gli studenti - in particolare quelli del Collegio delle Provincie - si scontrarono con gli "Artisti" (gli artigiani), fiancheggiati dai “Bottegai”. Alla base, il malcontento suscitato dalla concessione di speciali privilegi agli studenti, non parimenti accordati ad artigiani e commercianti. Una banale rissa nei pressi della Porta Nuova degenerò nei giorni seguenti in scontri armati per le vie della città: sono segnalati morti e feriti, nonché l'intervento dell'esercito.
Si conserva un opuscolo manoscritto sui tumulti studenteschi scoppiati a Torino tra il 6 e il 10 giugno 1791 e il 25 marzo 1792, post 1792:
Parte diCollezione "Marco Albera"
L’11 gennaio 1821, al Teatro d’Angennes, alcuni studenti indossarono un berretto di lana rossa con fiocco nero, colori delle insegne carbonare. Nonostante si trattasse di un gesto goliardico, furono arrestati dai carabinieri in violazione del privilegio del foro. Il giorno seguente, per protesta, l'Università fu occupata; nonostante la mediazione di Prospero Balbo, ministro dell'Interno e capo del Magistrato della Riforma, Ignazio Thaon di Ravel, governatore militare della città di Torino, ordinò di sedare con la forza il tumulto. Le truppe, abbattuto il cancello su via Po, irruppero nel cortile e ferirono una trentina di giovani: numerosi furono gli arresti e i ricoveri presso l'Ospedale di San Giovanni. Seppur la protesta sia sorta spontaneamente, contro la violazione di antichi privilegi, i fatti assunsero un forte significato politico, in virtù del malcontento per le condizioni dell’Università. Nel 1814 erano stati allontanati alcuni tra i migliori docenti, a causa della loro partecipazione alle vicende rivoluzionarie e alla collaborazione con il regime napoleonico, sottoponendo l'Ateneo a un controllo ideologico soffocante.
Molti studenti, insieme ad alcuni docenti e numerosi “ripetitori” del Collegio delle Province, presero parte al movimento insurrezionale sorto a marzo. Dopo la sconfitta di Novara a opera dell’esercito austriaco alcuni fuggirono esuli in Spagna, tra cui tre degli studenti che avevano indossato il berretto rosso; altri furono invece arrestati. L’Università restò a lungo chiusa e furono adottati provvedimenti per evitare gli assembramenti dei giovani in città, stabilendo che si istruissero almeno per i primi anni nelle città di provenienza. Nel 1822 fu abolito il privilegio del foro, soppresso il Collegio delle Province e approvato un Regolamento in cui i doveri religiosi e il controllo costante su abitudini di vita e condotta suscitano un forte malcontento.
Si conservano:
Si conservano inoltre alcuni estratti in fotocopia di studi storici dedicati ai fatti di Pietro Egidi, Arturo Segre e Pierangelo Gentile.
Parte diCollezione "Marco Albera"
Documenti inerenti il ruolo e le iniziative studentesche nel frangente del Quarantotto:
Seppur non riferibili a iniziative studentesche, si conservano inoltre:
Si conserva inoltre un fascicolo di materiali riconducibili alla partecipazione del collezionista al convegno "Cesare Balbo 150 anni dopo (Torino, 1789-1853)", tenutosi a Torino il 24 e 25 ottobre 2003 (fotocopie, testo dell'intervento e dépliant).
Parte diCollezione "Marco Albera"
Il 10 marzo 1885, in occasione del tredicesimo anniversario della morte di Giuseppe Mazzini, a Torino si tennero alcune manifestazioni a cui parteciparono gli studenti, tra cui gli iscritti all'Associazione democratica universitaria. Questi assembramenti furono prontamente sciolti dalla forza pubblica, che arrestò anche alcuni partecipanti. Già nei giorni precedenti il prefetto Bartolomeo Casalis aveva mandato nelle aule dell'Università alcuni agenti in borghese, a vigilare sull'ordine pubblico, senza darne avviso alle autorità accademiche. L'11 marzo gli studenti mandarono una loro delegazione in Prefettura per chiedere spiegazioni, trovando però i cancelli chiusi e le forze dell'ordine pronte a respingerli. Mentre la protesta stava montando nel cortile dell'Ateneo, una seconda delegazione si recò nuovamente in Prefettura e fu finalmente accolta. Nel corso dell'assemblea del giorno seguente venne comunicato l'esito dell'incontro: la posizione del prefetto, che rivendicava l'opportunità del proprio operato per il mantenimento dell'ordine pubblico, infiammò i giovani, che mossero in corteo verso piazza Castello. La forza pubblica procedette a disperdere i manifestanti, ad alcuni arresti e al sequestro della bandiera degli studenti. Solo tramite l'intervento del rettore Enrico D'Ovidio si giunse a una tregua, con la restituzione del vessillo e la scarcerazione degli allievi.
Si conserva una tavola a stampa, intitolata "Torino. L'agitazione universitaria (disegno di Oreste Silvestri)", illustrazione (fotozincotipia a colori ?) estratta da «L'Illustrazione Italiana», A. XII, n. 14, 5 aprile 1885, p. 221.
Parte diCollezione "Marco Albera"
Manifesto in cui il rettore Domenico Tibone impone agli studenti il ritorno all'ordine, 3 febbraio 1897, stampa Tip. Reale-Paravia, mm 760 x 545.
Il 26 gennaio 1897 il ministro della Pubblica istruzione Emanuele Gianturco, in visita all'Università di Bologna, venne duramente criticato dagli studenti per le sanzioni disciplinari disposte contro i professori Antonio Labriola e Maffeo Pantaleoni. La protesta presto si allargò agli Atenei di Roma, Napoli, Sassari, Cagliari e Genova, dove si verificarono scontri tra gli studenti e la forza pubblica e furono chiuse le Università. A Torino il presidente del Circolo monarchico universitario Giovanni Toselli, studente di Giurisprudenza, inviò al ministro un telegramma di sostegno, in cui deplorava le manifestazioni dei colleghi bolognesi: questo episodio causò il 29 gennaio l’infiammarsi della protesta, guidata dallo studente di Lettere Carlo Sambucco. A febbraio l’Ateneo venne quindi chiuso e fu avviato un provvedimento disciplinare contro gli allievi che parteciparono alle contestazioni, con la conseguente loro espulsione.